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Terminologia Ecografica

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ANECOGENO

cisti anecogena di tipo liquido

Riferito alla assenza di riflessione degli ultrasuoni caratteristica prevalente nei liquidi che permettono l’attraversamento degli ultrasuoni. Tipico delle formazioni cistiche renali, epatiche o sottocutanee.

ANEURISMA

dilatazione di un vaso oltre il 50% del calibro normale

Dilatazione oltre il 50% dei valori della norma di un vaso. Il più conosciuto è l’aneurisma dell’aorta addominale.

BIOMETRIA

dimensione dell’organo

Dimensioni di un organo. Importante parametro per identificare aumenti o riduzione delle dimensioni. Come parametro fornisce alcune indicazioni ma il suo significato assume valore solo se vengono presi in considerazioni tutti i dati.

CAVO DI DOUGLAS

distretto anatomico tra il retto e l’utero

Tratto anatomico posto nella Pelvi tra il Retto e l’Utero. Valutato spesso in ambito ecografico per rilevare la presenza di masse e versamenti in caso di infiammazioni utero annessiali ed appendicolari. Rientra nell’ambito delle valutazioni dell’ecografia addome completo e dell’ecografia pelvica.

CISTI

formazione liquida o sebacea

Formazione prevalentemente liquida e capsulata che può presentarsi anecogena (cisti semplice), ipoanecogena per la presenza di materiale interno o disomogenea quando perde caratteristiche di regolarità strutturale (cisti complessa). Possiede valenze diverse a seconda degli organi in cui viene identificata e pertanto può assumere sia caratteristiche di benignità che di malignità. Le più tipiche sono le cisti sebacee nel sottocute, le cisti renali, epatiche e pancreatiche studiate con l’ecografia addominale e le cisti ovariche studiate con l’ecografia pelvica. Possono avere sia valenze di benignità che di malignità a seconda della loro composizione interna e del distretto in cui si presentano.

DISOMOGENEO

irregolarità con alterazioni strutturali

Termine riferito alle caratteristiche di un tessuto che appare rappresentato in modo irregolare per quanto riguarda le capacità di riflessione degli ultrasuoni. Non assume di per sè un significato negativo ma può porre le condizioni per ulteriori approfondimenti diagnostici.

DISTRAZIONE

strappo muscolare

Termine riferito alle strutture Muscolo tendinee e sottolinea la presenza di rotture conosciute più frequentemente come strappi. A seconda dell’entità della lesione e dell’ematoma associato si riconoscono tre gradi distrattivi. I gradi dello strappo muscolare sono in relazione alla percentuale delle fibre lesionate ed alla presenza di ematomi sia all’interno del muscolo che lungo le fasce muscolari. Le distrazioni sono studiate tramite l’ecografia muscolo tendinea.

ECOSTRUTTURA

qualità strutturale di un organo all’ecografia

L’ecostruttura è la rappresentazione ecografica della struttura di un organo. Si riferisce alla qualità di riflessione degli ultrasuoni quando incontrano un tessuto o un organo. Insieme alla biometria ed alla morfologia descrivono gli organi oggetto di studio.

ECTASIA

dilatazione di un vaso sotto il 50% del calibro normale

Dilatazione di un dotto o di un vaso. In ambito vascolare si definisce ectasia quando la dilatazione è inferiore del 50% rispetto alla media normale. Per esempio l’aorta addominale è definita ectasica sotto i 25 mm. Al di sopra di tale valore iniziamo a parlare di aneurisma.

ELASTOSONOGRAFIA

tecnica ecografica per valutare l’elasticità di una lesione

Tecnica in Ecografia per determinare il grado di deformazione di una massa alla pressione della sonda che ne qualifica la durezza. Questo dato unitamente ad altri fattori aiuta a determinare il grado di rischio di una lesione per malignità. La compressione ritmica tramite la sonda restituisce una scala di colori che permette di interpretarne il comportamento elastico. Insieme all’ecostruttura ci permette di valutare se ci siano dubbi in merito alla malignità di un nodulo per procedere con ulteriori approfondimenti diagnostici. Utile per lo studio dei noduli tiroidei e mammari con l’ecografia tiroide e l’ecografia mammaria. Si stanno ampliando i distretti di indagine con questa tecnica anche per la valutazione dei muscoli in caso di distrazione per definirne il recupero fibrocicatriziale.

IPOECOGENO

nodulo ipoecogeno

Termine riferito alla caratteristica di riflessione degli ultrasuoni rispetto al tessuto circostante. In caso di ipoecogenicità il tessuto riflette meno le onde sonore risultando più scuro. La sua definizione serve solo per comprendere le caratteristiche del tessuto rispetto ad uno circostante e preso isolatamente rispetto al contesto non permette di caratterizzare una lesione.

ISOECOGENO

nodulo isoecogeno

Termine riferito alla caratteristica di riflessione degli ultrasuoni rispetto al tessuto circostante. In caso di isoecogenicità il tessuto riflette gli ultrasuoni in ugual modo rispetto alle strutture circostanti o rispetto ad un tessuto di confronto. Così come per l’ipoecogenicità non permette una qualificazione delle lesioni osservate anche se tale termine viene generalmente associato a condizioni di benignità.

LITIASI

calcoli renali, calcoli biliari e vescicali

Trattasi di Calcoli ossia formazioni dure la cui componente principale è il calcio. I calcoli possono essere presenti in diversi distretti. I calcoli più conosciuti sono i calcoli renali, i biliari (calcolosi della Colecisti o Cistifellea) ed i calcoli vescicali. Da differenziare rispetto alle calcificazioni che sono indurimenti calcificati non mobili mente i calcoli sono depositi mobili in grado di determinare forti dolori se determinano ostruzioni (coliche renali e biliari). Lo studio dei calcoli dei Reni e della Vescica può essere fatto ecograficamente con una ecografia alle vie urinarie mentre per i calcoli biliari l’esame indicato è una ecografia all’addome superiore.

MORFOLOGIA

conformazione degli organi

Riferito alle forma ed allo studio della medesima. La morfologia insieme agli altri parametri permette di valutare modificazioni dell’organo in grado di suggerire aspetti patologici e di monitorare nel tempo miglioramenti o aggravamenti.

NODULO

formazione solida

Formazione identificabile ecograficamente che si contraddistingue per un effetto massa e pertanto solida. Può segnalare la presenza di tumori e per le sue caratteristiche di forma, struttura e vascolarizzazione può essere sia benigno che maligno. I noduli sono documentabili per la loro natura ad ogni organo oggetto di studio ecografico e la loro presenza può indicare in alcuni casi necessità di approfondimento diagnostico.

OMOGENEO

struttura senza alterazioni in tutte le sue parti

Riferito alle caratteristiche di un tessuto che appare in ugual modo rappresentato per quanto riguarda le capacità di riflessione degli ultrasuoni. Indica generalmente un tessuto sano.

STEATOSI

grasso che occupa le cellule epatiche

Caratteristica del Fegato che indica prevalentemente un accumulo di grassi nelle cellule epatiche aumentandone la capacità di riflessione, effetto conosciuto anche come Fegato brillante. La steatosi è oggetto di indagine ecografica per valutare lo stato patologico del fegato e valutare nel tempo le condizioni evolutive. Lo studio ecografico proposto dal medico curante è l’ecografia addominale superiore.

STENOSI

riduzione del calibro di un dotto o di un vaso

Restringimento di un vaso o di un dotto. Questo termine lo possiamo riscontrare spesso i strutture tubulari o dotti che presentano una marcata dilatazione a monte come nel caso di calcoli renali.

TROMBO

coagulo che riduce il calibro di un vaso

Coagulo intravasale che blocca in tutto o in parte il flusso ematico. Si riscontra in corso di problematiche vascolari e viene studiato dai vascolari con l’ecocolordoppler che permette di evidenziare assenze di flusso.

VERSAMENTO

liquido presente in area non prevista

Raccolta liquida spesso presente sia in ambito addominale che toracico. Il versamento si differenzia in essudato e trasudato a seconda se ci siano patologie di tipo infettivo o linfatico/traumatico. 

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Terminologia Ecografica ultima modifica: 2017-04-06T10:20:33+02:00 da Alberto Tarozzi
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